La falsa vittoria del Ddl Cirinnà in Senato. E’ innegabile: per quanto possa essere sembrare una giornata storica, quella della del decreto sulle unioni civili è una notizia che lascia l’amaro in bocca. E soprattutto non rappresenta chiusura: davanti alla norma vi è ancora la Camera da affrontare.
Ottenere il sì alla fiducia in Senato sul ddl Cirinnà era l’unico modo per il governo attuale di mantenere la parvenza di interesse che la comunità LGBTQ e la gente pensante di questo paese avevano dedicato ai politicanti impegnati nella gestione della cosa pubblica. L’Italia come sempre si muove in ritardo rispetto al resto d’Europa e del mondo. E piuttosto che sentirsi fieri di un “contentino” ci si dovrebbe sentire in colpa di non essere “intelligenti” abbastanza da riuscire per una volta a fare la cosa giusta. La cancellazione della stepchild adoption e dell’obbligo di fedeltà sono due macchie enormi per un ddl che poteva rappresentare davvero il cambiamento dell’Italia: aveva la possibilità di trasformarsi in uno stato “decente” ed anche in questo caso ha perso l’occasione.
Ora il disegno di legge approderà alla Camera e per quanto sulle adozioni verrà data la possibilità di decidere ad un giudice caso per caso (altra burocrazia, N.d.R,),l’impressione che si sia giocato per l’ennesima volta con la vita delle persone non accenna a diminuire. Ed una domanda nasce spontanea: passerà la legge? E’ giusto che passi così deturpata quando basterebbe così poco per approvare il matrimonio civile mettendo da parte l’omofobia politica imperante? Non siamo sicuri di voler rispondere.
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