Ricerca: il 20% degli inglesi ignora che l’Aids possa essere trasmesso con rapporti gay non protetti

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Ricerca: il 20% degli inglesi ignora che l'Aids possa essere trasmesso con rapporti gay non protetti Amore e Sesso Gay Un recente studio, intitolato HIV: Public Knowledge and Attitudes, ha suggerito che una persona su cinque non sa che l’HIV può essere trasmesso attraverso rapporti sessuali non protetti gay. Il sondaggio, condotto su un campione rappresentativo di 1.944 persone per conto del National AIDS Trust, ha anche rilevato che un numero significativo non si rende conto che anche il sesso eterosessuale non sicuro può contribuire alla trasmissione del virus.

Le popolazioni africane e quelle caraibiche sono risultati i meno propensi a pensare che il sesso gay influisca negativamente sul contagio (il 49 per cento rispetto è completamente disinteressato al problema). Meno della metà dei cittadini (45 per cento) ritengono che l’Aids possa essere trasmesso, da persona a persona, con la condivisione di aghi o siringhe. Solo il 30 per cento degli intervistati, è stato in grado di identificare correttamente tutti i modi per la propagazione del virus.

Il sessantasette per cento ha dichiarato di avere simpatia per le persone affette da HIV mentre il 74 per cento è convinto che i contagiati debbano ricevere lo stesso livello di sostegno e rispetto degli altri individui. Quasi la metà degli esami (47 per cento) pensa che non ci sono metodi efficaci per prevenire che una madre sieropositiva possa concepire un figlio malato. Deborah Jack, a capo del progetto, ha dichiarato con qualche perplessità:

E’ certamente positivo constatare che la maggior parte dei cittadini abbia un atteggiamento solidale verso le persone affette da HIV, ma ci sono ancora enormi lacune riguardanti la consapevolezza di ciò che significa vivere con l’Aids, al giorno d’oggi, nel Regno Unito. E’ estremamente importante che le incursioni siano fatte in termini di educazione per sradicare il pregiudizio che ancora esiste in giro verso l’HIV. Oltre a migliorare la conoscenza del fenomeno, c’è bisogno di lottare contro le convinzioni verso i contagiati.

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