La Polonia e l’Italia sono al quanto vicine quando si parla di ministeri delle pari opportunità. Se nel nostro paese abbiamo l’onorevole Mara Carfagna che quando si tratta di fare concretamente qualcosa per il popolo queer fa orecchie da mercante, la patria di Giovanni Paolo II vanta invece un ministro che ha rilasciato delle dichiarazioni al quanto omofobe.
Elzbieta Radziszewska, nelle sue ultime apparizioni mediatiche, non solo si è lasciata sfuggire l’orientamento sessuale di un suo collega, ma ha anche espresso il suo parere in merito alla questione insegnanti gay:
Le scuole cattoliche dovrebbero agire secondo i loro valori e regole e dovrebbero avere la facoltà di rifiutarsi di dare un posto di lavoro a persone tali. Le scuole cattoliche dovrebbero avere il diritto di licenziare gli insegnanti gay.
La ministra ha anche rivelato che il vice presidente della Polish Society of Anti Discrimination Law è omosessuale. Krzysztof Śmiszek ha reagito con gran disappunto alle parole della Radziszewska:
Si tratta di un caso di pura omofobia che non si sarebbe certamente verificato in nessun altro paese dell’Unione Europea non nascondo il mio orientamento sessuale ma fa parte della mia vita privata. Si parla di omofobia in quanto i miei diritti personali sono stati violati.
Purtroppo è il caso di smentire le parole del vice della PSAL. In quanto paese Europeo, l’Italia non si può certo dire ai primi posti della classifica di leggi, comportamenti e politiche a favore delle persone omosessuali.
Il quadretto del capo del dicastero della pari opportunità si chiude nel peggiore dei modi: oltre a non fare nulla per il popolo omosessuale, se non addirittura lanciare segnali di odio nei loro confronti, non ha anche a cuore difendere i diritti delle donne. Alcune associazioni femministe hanno accusato la Radziszewska di non fare praticamente nulla per il gentil sesso.