Se c’è una cosa chiara nel programma del neo eletto presidente degli Stati Uniti Donald Trump è quello che per la comunità LGBTQ e per le minoranze, in barba al sogno americano, è in arrivo davvero un periodo triste e buio. Sarà il vice presidente Pence, noto per voler sottoporre i gay all’elettroshock per “farli tornare etero” ad assicurarsene con molta probabilità.
Questo è solo il primo dei motivi per i quali l’America deve chiedere scusa alla comunità LGBTQ. Il secondo è quello di non aver messo in atto delle adeguate politiche sociali in grado non solo di colmare l’ignoranza, ma di combattere con maggiore forze l’omofobia interna lavorando sulle varie realtà politiche. Gay, Lesbiche, bisex e trans meritano che l’America chieda loro scusa perché non è stata in grado di educare tutte quelle persone che non sono andate al voto o che hanno scelto di votare un gorilla morto piuttosto che qualcuno che avrebbe proseguito con la lotta per l’uguaglianza e non per legalizzare campi di conversione per eliminare l’omosessualità attraverso l’elettroshock.
La comunità LGBTQ merita ancora delle scuse dall’America. Quella di non essere stata in grado di fermare, prima che fosse tardi, persone inadeguate in grado di sfruttare a proprio piacimento l’accesso ad alte cariche politiche. Un sistema basato sulla vera meritocrazia non darebbe modo ad un relativismo storico privo di fondamento e medioevale di mettere in pericolo la vita dei propri cittadini in base alla xenofobia e all’odio ingiustificato. Delle scuse sono necessarie quando il rispetto per la vita viene a mancare.