Rifiuta nozze gay, nasce caso politico

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Una  funzionaria statale rifiuta di riconoscere le nozze gay negli USA e nasce un caso politico sul suo arresto. Qualcosa ci dice che in alcuni ambienti americani si vuole quasi che la legge venga rispettata solo quando fa comodo. Nel momento in cui viene arrestato un ufficiale statale che non fa il suo dovere, scatta la polemica.

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Ed è un male sociale, non solo un caso di cui discutere a livello politico. La donna dice di essere in “missione per conto di Dio” ed è per questo che si è rifiutata di registrare le nozze gay. Ecco, la domanda che ci poniamo è questa: può la religione influire fino a questo punto? Ed ancora: è considerabile la persona abbastanza sana di mente per ricoprire un ruolo pubblico se sostiene di essere stata mandata da Dio e di aver ricevuto indicazioni dallo stesso in quel senso? Sono molti i punti dei quali si dovrebbe discutere.

Va detto che Kim Davis è una persona dalla storia condita di fanatismo religioso e omofobia. La donna ha 49 anni,  dei capelli lunghi mai tagliati che arrivano sciolti fino alla vita come richiede la sua congregazione evangelica, la “Chiesa della dura pietra“.   La sua è una reazione ampiamente sfruttata da diverse fasce politiche di destra per accaparrare voti. Uno spettacolo raccapricciante per ciò che riguarda i diritti dell’uomo. Soprattutto a così breve tempo dalla sentenza della Corte Suprema.  Voi cosa ne pensate? E’ possibile non pensare ai risvolti che potrebbero presentarsi sulla vita di tutti giorni. E’ un caso questo, va ammesso, al quale prestare attenzione.

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