Felipe Calderón in rosa difende la sua eterosessualità e fa infuriare il web

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Felipe Calderón in rosa difende la sua eterosessualità e fa infuriare il web GLBT News Nuova polemica per Felipe Calderón, presidente del Messico che, durante una conferenza stampa a favore della lotta con il tumore al seno, ha sfoggiato il simbolo della campagna, un fiocco di colore rosa, sottolineando al popolo messicano di non essere omosessuale. Una dichiarazione fuori luogo e assolutamente ingiustificata pronunciata ai microfoni della conferenza e facendo infuriare i social network.

La pietosa scena è stata offerta durante l’annuale conferenza dedicata alla lotta contro il tumore al seno, una campagna che ogni anno riunisce i capi di Stato di tutto il mondo promuovendo raccolte fondi e offrendo alle donne visite gratuite e incontri formativi. Il presidente, come tutti i presenti, aveva appuntato alla maglia il simbolo della lotta, un fiocco rosa che è stato subito giustificato dal presidente Calderón con questa infelice frase: “Il fiocco che vedete sulla mia maglia è il simbolo della lotta contro il tumore al seno, non vorrei che fraintendiate”.

Una dichiarazione imbarazzata che ha visto calare il silenzio nel luogo dedicato all’evento scatenando sul web, esattamente qualche minuto dopo, un’aspra polemica contro Calderón. Centinaia di blogger e cittadini messicani hanno infatti inserito nel loro status di Facebook e Twitter la frase “#novayanapensarotracosa” (cioé, “non fraintendetemi“), un tam tam che non dà segno di arresa.

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Il malcontento dei cittadini messicani è molto forte: il presidente Felipe Calderón non ha infatti mai nascosto il suo disprezzo per gli omosessuali battendosi a lungo contro il matrimonio omosessuale, una battaglia personale che si risolve in un continuo scontro tra associazioni GLBT e partiti politici avversi, una situazione complessa che trova sfogo nei numerosi eventi omofobici che ogni anno si tengono nel territorio messicano. Il web, così come la associazioni omosessuali, dichiarano di non voler accettare l’atteggiamento discriminatorio del presidente, un sentimento condiviso anche fuori dal Messico ma che purtroppo non ha ancora trovato soluzione.