Il Chad introduce il reato di omosessualità all’interno dei suoi confini. In questo fine di 2016 sembra palese che il buon trend che era nato rispetto alla normalizzazione della situazione per la comunità LGBTQ nel mondo sia finito.

Un’avvocatessa mantovana dichiara che chi è affetto da omosessualità non può rivestire il ruolo dell’educatore.
Il Chad introduce il reato di omosessualità all’interno dei suoi confini. In questo fine di 2016 sembra palese che il buon trend che era nato rispetto alla normalizzazione della situazione per la comunità LGBTQ nel mondo sia finito.

Omofobia contro la pubblicità, nel calcio e nella religione. Cosa hanno in comune tutti questi elementi? L’uso dell’odio nella propaganda. Poco importa, tra altro, che vadano contro gli stessi interessi che cercano di difendere.

Se c’è una cosa chiara nel programma del neo eletto presidente degli Stati Uniti Donald Trump è quello che per la comunità LGBTQ e per le minoranze, in barba al sogno americano, è in arrivo davvero un periodo triste e buio. Sarà il vice presidente Pence, noto per voler sottoporre i gay all’elettroshock per “farli tornare etero” ad assicurarsene con molta probabilità.

E’ finalmente iniziata la riabilitazione di migliaia di gay in Gran Bretagna schedati a causa di una legge abrogata (mai troppo presto, N.d.R.) per la quale l’omosessualità era un reato e come tale doveva essere punita. Giustizia sta per essere fatta.

Come ci ha indicato senza mezze misure anche il recente coming out di Colton Haynes Hollywood è ancora tutt’altro che carina con la persona omosessuale non dichiarata. Le coperture (di diversa natura) esistono e le strategie sbagliate sono all’ordine del giorno.

Uno dei più grandi problemi della comunità LGBTQ nasce dall’omofobia che si nasconde nel silenzio. E nell’impossibilità, in molti casi, di rispondere come necessario a chi dice che quando la si lamenta “si fa le vittime in modo inutile“.

Papa Francesco ha le idee confuse su gay, trans ed ipotetiche teorie gender. Ed è l’esatto esempio, l’ennesimo, di come la religione non dovrebbe assolutamente pontificare su alcuni temi senza un minimo di preparazione.

Suicidi, assalti: come fermare l’omofobia che sembra essere un filo conduttore impossibile da distruggere in Italia? Ragazzi di 16 anni che pensano di non avere via di uscita e giovani che vengono malmenate e divise: da quando l’uomo ha iniziato a regredire verso il suo stato animalesco?

Essere gay ed avere l’HIV: qualcosa che nella nostra società rischia di equivalere ad un isolamento totale. La malattia da sola rappresenta già fonte di pregiudizio, a causa dell’ignoranza delle persone. Un video sta tentando di far comprendere come sia necessario combattere questo modo di pensare.

Arrivano le tanto agognate unioni civili gay e l’omofobia non si ferma. La cosa più triste? Che la stessa è in qualche modo istituzionalizzata e politicizzata da alcuni esponenti e da alcune testate giornalistiche.

Gay.it porta uno spunto di riflessione molto importante: dobbiamo proteggere gli artisti non dichiarati e quindi ancora “in the closet”. Perché? La motivazione ci è stata servita recentemente dal caso ” Daily Beast” alle Olimpiadi di Rio 2016.

Trieste nega le sale comunemente utilizzati per i matrimoni per la firma delle unioni civili. E giustamente scatta la polemica. Data la natura dell’atto, perché non dare modo a coloro che finalmente possono dirsi una “sorta” di si, una cerimonia?

Lo smalto alle unghie non è “gay” o sinonimo di omosessualità. E’ assurdo quanto ancora certi stereotipi vengano trasmessi di cultura in cultura e di stato in stato, portando ad un omofobia gretta e strisciante.
