Omo deriva dal greco –homo (uguale). Anche –fobol/-fobia ha un’origine greca e viene da -phobos (paura). Entrambi i termini sono accostati sia in omofobo sia in omofobico. Tuttavia, il già citato –omo non è una mera derivazione del significato originario, ma ha assunto l’accezione di abbreviazione di omosessuale. La riduzione mantiene, quindi, nel composto la piena significazione originale, facendo assumere ad entrambi i termini un unico senso: colui che ha paura degli omosessuali.
Omofobo ed omofobico assomigliano alle forme di altre lingue europee:
- Inglese: ha homophobia, homophobic e omophobe
- Francese: Omophobe e Omophobie
- Spagnolo: homofobia e homofòbico
Quindi, anche nelle altre lingue europee sia ha una concorrenza tra le due forme.
Dunque, quale termine è meglio usare? Possiamo affermare che, per quanto riguarda omofobo, è corretta sia la funzione aggettivale che in qualità di sostantivo, sebbene questo uso sia più recente. Omofobico è da usare, invece solo in quanto aggettivo, anche se la sua sostantivazione risale al 2003. Il discrimine omofobo relativo a persona e omofobico riferito a cosa è troppo antiquato. Il linguaggio giornalistico sembra preferisca omofobo per la brevità. E voi, cosa ne pensate?