Prima persona indagata per reato di omofobia

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Una prima persona è stata indagata per il reato di omofobia in Italia si tratta del consigliere leghista Giovanni De Paoli il quale, qualche giorno fa, avrebbe dichiarato che se avesse avuto un figlio gay lo avrebbe bruciato nel forno davanti ai rappresentanti dell’Agedo, l’Associazione genitori omosessuali.

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Il politico avrebbe smentito di aver pronunciato tali parole, questo non toglie però che sia stato iscritto dalla Procura di Genova nel registro degli indagati per il reato di diffamazione aggravata e omofobia. In pratica gli inquirenti hanno ritenuto estendibile a questo caso nello specifico la legge Mancino sull’odio razziale che da tempo si richiede venga estesa anche per il reato di omofobia. L’esponente leghista si dice tranquillissimo per l’accaduto, sostenuto anche dal presidente della regione Giovanni Toti.

Non entriamo nel merito della questione, ma ci viene spontaneo porci una domanda: finalmente si è deciso di agire legalmente contro tutti coloro che istigano all’odio verso le persone omosessuali? Cathy La Torre ha fatto sapere che presto un esposto verrà presentato anche nei confronti di Mario Adinolfi, altro esponente politico dalle posizioni davvero controverse sul tema.

Non  un male che finalmente si stia tentato di prendere le redini di un problema che per troppo tempo è stato ignorato. L’istigazione all’odio è un male di questo paese che, come è evidente, non riesce a far valere i diritti dei propri cittadini e dà spazio (troppo) a chi esprime pensieri violenti e razzisti. Cambierà qualcosa? Non possiamo prevederlo. Di certo sembra un piccolo passo in avanti verso la direzione giusta.

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