
La scorsa settimana si è svolto il primo Gay Pride in Uganda, per l’esattezza nella città di Entebbe, non senza polemiche, eppure in pace.

La scorsa settimana si è svolto il primo Gay Pride in Uganda, per l’esattezza nella città di Entebbe, non senza polemiche, eppure in pace.
Il giudice Mwangusya Eldad, operante a Kampala, capitale dell’Uganda, ha richiesto alle autorità un’azione di “spionaggio” all’interno delle organizzazioni dedicate al rispetto e alla difesa dei diritti omosessuali. La richiesta ha scatenato la rabbia di numerose realtà GLBT che hanno presentato la loro denuncia davanti al governo e al ministro di Etica e Integrità Morale, Simón Lokodo.

In Uganda il Ministro Simon Lokodo ha firmato il rapporto internazionale che chiede esplicitamente ai governi che trattano l’orientamento sessuale e l’identità di genere come dei crimini di abbassare i toni e spezzare questo ciclo di omofobia; in particolare:

Il presidente dell’Uganda Yoweri Museveni ha rilasciato un’intervista alla CNN che la normativa anti gay nel paese ha il solo scopo di impedire l’esibizionismo degli omosessuali o che l’essere gay diventi accattivante per i bambini: Museveni nega in sostanza che ci sia discriminazione o persecuzione dei gay, dichiarando che la legge contro l’omosessualità sia semplicemente imputabile alla privacy.

Il disegno di legge a favore della pena di morte per gli omosessuali è stato riproposto al parlamento di Kampala, in Uganda: David Bahati, che già aveva provato in precedenza a legiferare sui gay imprigionati per condannarli a morte, ha presentato ancora una volta il disegno di legge.

L’ex presidente del Sudafrica Thabo Mbeki ha criticato la famigerata legge anti-gay in Uganda, bollando la proposta un intervento senza senso: il disegno di legge, presentato dal deputato David Bahati nel 2009, è stato progettato per rafforzare le già severe leggi contro l’omosessualità nel paese africano.

Il Primo Ministro inglese David Cameron ha promesso di tagliare gli aiuti alle nazioni che perseguitano i gay, ma aggiunge che non si aspetta che le leggi cambino in poco tempo.
Nuova battuta d’arresto per i gay e le lesbiche dell’Uganda. Nel paese, infatti, il primo bar dichiaratamente gay è stato chiuso. Il prorpietario si è infatti visto arrivare i lucchetti con le seguenti motivazioni: il locale era rumoroso e attraeva “strana” gente.