A Roma, la questione dell’occupazione abusiva del palazzo di via Napoleone III da parte di Casapound torna prepotentemente al centro del dibattito politico, con una nuova e significativa proposta avanzata da Fabrizio Marrazzo. Candidato sindaco di Roma e portavoce di Partito Gay per i diritti LGBT+, solidale, ambientalista e liberale, Marrazzo propone di sgomberare l’immobile per trasformarlo in un centro di tutela per persone LGBTQIA+ vittime di violenza.

Crescono le tensioni a Roma sullo sgombero di Casapound
L’iniziativa di Marrazzo è stata sottolineata da un flash mob che ha visto sventolare bandiere arcobaleno sotto l’edificio, di proprietà del Ministero dell’Istruzione, occupato illegalmente da quasi vent’anni dai cosiddetti “fascisti del terzo millennio”. Quest’azione simbolica ha voluto evidenziare l’urgenza di liberare una struttura così importante per destinarla a scopi sociali.
Marrazzo non ha usato mezzi termini sullo stabile in questione, dichiarando come sia occupato, ormai in maniera del tutto abusiva dal 2003, da un’organizzazione fascista, razzista e omofoba. Ha ribadito come il suo partito si fondi sui principi di libertà e combatta per i diritti di tutti, in nome di una “Roma libera”. Il candidato sindaco ha inoltre ricordato che, nonostante le numerose promesse fatte dalle amministrazioni precedenti per liberare l’immobile, “oggi sventola ancora una bandiera simil nazista,” sottolineando l’inerzia politica che ha permesso a Casapound di persistere nell’occupazione.
L’auspicio di Partito Gay per i diritti LGBT+ è che l’immobile venga finalmente sgomberato e riconvertito per fini di utilità sociale. Marrazzo ha suggerito la creazione di un centro per tutelare le persone LGBT cacciate di casa dai propri genitori o donne vittime di violenze. L’edificio, data la sua ampiezza, sarebbe l’ideale per diverse attività e iniziative di carattere sociale secondo Marrazzo ed è per tale motivo che si sta impegnando a dar vita ad una richiesta di liberazione del palazzo entro dieci giorni, qualora dovesse insediarsi in Campidoglio. Sarebbe il primo atto della sua amministrazione.
La proposta di Marrazzo si inserisce in un contesto in cui anche altre figure politiche hanno tentato di risolvere la questione Casapound. L’ex sindaca Virginia Raggi, ad esempio, ha da anni perseguito lo sgombero con l’obiettivo di destinare lo stabile di via Napoleone III all’emergenza abitativa, trasformandolo in case popolari.
Tuttavia, la complessità della situazione è ben rappresentata dalla replica sarcastica del leader di Casapound, Simone Di Stefano, che aveva affermato: “Tutta la vita di Virginia Raggi negli ultimi 5 anni è stata riempita solo dal pensiero di Casapound. Tuttavia, Casapound è lì da 18 anni e rimarrà lì per sempre.” Questa dichiarazione evidenzia la radicata resistenza dell’organizzazione e le sfide che ogni amministrazione deve affrontare nel tentativo di liberare l’immobile.
La proposta di Fabrizio Marrazzo aggiunge una nuova dimensione etica e sociale al dibattito sullo sgombero di Casapound, proponendo una soluzione che non solo ripristinerebbe la legalità, ma offrirebbe anche un supporto concreto a categorie vulnerabili della società romana.