Lucio Dalla e Marco Alemanno: l’ipocrisia del funerale

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Lucio Dalla e Marco Alemanno: l'ipocrisia del funerale GLBT News Lucia Annunziata non è la sola a pensare che i funerali di Lucio Dalla siano stati di un ipocrisia disarmante. Franco Grillini oltre che parlare di “zuccherosa ipocrisia”, attraverso la sua pagina Facebook fa sapere che proprio gli uomini di chiesa che tanto lo hanno celebrato in questi giorni sono i maggiori responsabili del fatto che il compagno di Dalla non riceverà nulla dall’eredità:

Il compagno di Dalla in assenza di testamento non erediterà nulla, in Italia non esiste una legge in queste senso, la chiesa non vuole.

Piero Valesio dalle pagine de Il fatto ha sottolineato come nel momento dell’omelia nessuno abbia detto nulla sul fatto che Marco Alemanno era più di un amico per il cantante (compresa la stragrande maggioranza dei media che seguivano l’evento):

Ma ciò che mi ha colpito è stata la cura certosina di tutti o quasi nell’evitare l’argomento. Anzi: nel lasciarlo sullo sfondo. Nel trattenersi dal nominarlo, come se, in qualche modo, fare anche un delicatissimo cenno all’argomento, avrebbe potuto in qualche modo danneggiarne l’immagine.

Prima ancora del funerale, Aldo Busi si scagliato contro le (pessime) scelte di Dalla:

Ho sempre pensato che Lucio Dalla fosse un checchesco buontempone, un chierichetto furbastro – le sue interviste sono un vero florilegio di banalità in ossequio alla morale comune e all’autorità costituita, alla maniera di Celentano, che a me non piace nemmeno quando canta – e non basta la morte per cancellare la magagna del gay represso cattolico (represso alla luce del sole, il che non ne inibisce certamente il godimento tra le tenebre della vita privata, anzi, le implementa, come ben si sa) che si permette tutte le scorciatoie di comodo (l’arte, il fine superiore e balle varie) pur di non prendere la strada maestra più sensata della basilare affermazione di sé, anche se più accidentata.

Lucio Dalla se fosse vissuto in paese che tutela le persone omosessuali, avrebbe avuto tutto il diritto di non dichiararsi pubblicamente. Dato che l’Italia in merito a considerare la comunità gay un sottocategoria di cittadini è più che esperta, un uomo conosciuto come Dalla avrebbe “dovuto” fare qualcosa, almeno per il rispetto del suo Marco.

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