Boss gay non si nascondono più Cultura Gay Primo Piano

Boss gay non si nascondono più

Boss gay non si nascondono più Cultura Gay Primo Piano Intervenendo a Klauscondicio, il Procuratore Generale della Corte di Appello di Ancona, Vincenzo Macrì, ha spiegato dello strettissimo rapporto tra mafia e omofobia all’interno dei clan (Fonte Iris Press):

Una vera svolta “liberale” nel mondo della mafia. Si può essere boss mafioso ed essere gay (quasi) apertamente. Non succederà più come a Johnny D’Amato che venne freddato da alcuni picciotti di una famiglia mafiosa dei DeCavalcante solo per essere stato sorpreso in un club di scambisti ad amoreggiare con gli uomini. Episodio accaduto nell’ormai lontano 1992 a New York e immortalato nella celeberrima fiction dei Sopranos. “Non possiamo parlare di un vero e proprio via libera al coming out.

Carlo Vizzini: "Un boss dichiaratamente gay rischierebbe la vita" Cultura Gay

Carlo Vizzini: “Un boss dichiaratamente gay rischierebbe la vita”

Carlo Vizzini: "Un boss dichiaratamente gay rischierebbe la vita" Cultura Gay Intervenendo a Klauscondicio, il web programma di Klaus Davi, Carlo Vizzini, Presidente della Commissione Affari Costituzionali del Senato, ha parlato di omosessualità all’interno delle cosche mafiose:

Un boss che si dichiarerebbe gay rischierebbe la vita, ma nessuno è in grado di dire quanti omosessuali ha incontrato in un giorno, quindi non escludo affatto che ci siano. E va detto che oggi ci sono modi migliori di dissimulare la propria omosessualità. Come accade per una certa scala di valori, secondo cui un boss non dovrebbe compiere adulterio, essere donnaiolo. Tutte questi “valori”, come anche l’omosessualità, sono cose che vacillano.