Matrimonio gay, Obama: il parere di politici e giornalisti italiani

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Matrimonio gay, Obama: il parere di politici e giornalisti italiani GLBT News L’eco delle dichiarazioni di Obama sul matrimonio gay si sono fatte sentire anche in Italia. I nostri politici, volenti o nolenti, hanno fatto sapere la loro in merito alla questione. C’è chi ripete come un mantra le solite dichiarazioni e c’è chi sorprende piacevolmente. Partiamo da coloro che di nozze gay non ne vogliono sapere, Paola Binetti ha fatto sapere:

Da un lato esiste rispetto per le persone di qualsiasi condizioni e stato. D’altra parte tengo salde le differenze per le unioni. Nel nome delle cose c’è una parte importante della loro sostanza. A parole diverse corrispondono concetti diversi. Non bisogna fare in modo che le relazioni che legano queste persone siano considerate uguali a quello che è il matrimonio.

Giovanardi:

Io non faccio altro che rifarmi alla Costituzione che vede la famiglia fondata sul matrimonio tra uomo e donna. Io mi oppongo, insieme al mio partito, di trasformare il matrimonio previsto dalla costituzione in un’unione tra uomo e uomo. Una volta celebrate queste unioni si apre il problema della fecondazioni eterologhe, il discorso è molto più ampio e complesso di quanto si creda. Bisogna togliere qualsiasi tipo di discriminazione, ma non sono disposto a togliere dalla costituzione l’idea di un matrimonio fondato sul rapporto tra uomo e donna. Resta di fatto che solo in una stretta minoranza degli stati mondiali è ammesso il matrimonio gay.

E poi ci sono le dichiarazioni che non ti aspetti, ovvero l’editoriale di Vittorio Feltri pro matrimonio gay:

Tutti teniamo a passare per evoluti, ma quando si tratta di parlare di omosessuali, bene che vada ricorriamo a logori luoghi comuni, banalità sconce da caserma, frasario da bar. Detto ciò, se un ragazzo che porta il mio cognome avesse tendenze diverse dalle mie, non farei una piega: mi limiterei a ricordargli che le persone si giudicano dalla cintola in su ma, poiché non tutti la pensano così, troverà sempre qualcuno pronto a dir male di lui alle spalle o, peggio, in faccia. Ma dopo aver vinto il pregiudizio è indispensabile compiere un passo ulteriore: rispettare le unioni gay, smetterla di sghignazzare. In altri termini: se i diritti umani li pretendiamo per noi, dobbiamo pretenderli anche per il nostro prossimo, senza indagare sui motivi per cui palpita il suo cuore. Già. I cuori palpitano. E il mio non palpita più del tuo.

Marco Doria, candidato sindaco a Genova, dichiara che in caso di vittoria istituirà il registro delle unioni civili:

Sono favorevole, non sono assolutamente contrario. Come amministrazione comunale potrei istituire il registro delle unioni civili, ed è quello che cercherò di fare.

Poi ci sono coloro che in quanto a unioni gay ne sanno più di qualcosa. Franco Grillini:

Il punto è l’estensione del matrimonio civile alle coppie omosessuali. In Italia siamo all’anno zero del diritto in materia. Il problema è che in questo paese da un certo ambiente culturale vengono solo dei no. Obama l’ha fatto perché gli conviene, ma l’ha fatto. Obama si è reso conto che la società è cambiata e i sondaggi lo dimostrano. Di fatto sé anche un tentativo di mettere da parte Romney che è ostaggio della Christian Coalition. In America però quegli stati che non hanno il matrimonio hanno delle unioni che proteggono comunque le unioni di fatto.

Paola Concia:

E’ surreale che nel giorno in cui il presidente Obama negli USA dichiara il suo storico appoggio al matrimonio tra persone dello stesso sesso in Italia, in Commissione Giustizia alla Camera ci si è confrontati, nell’imbarazzo generale, sulla richiesta di includere nella discussione sulle unioni civili, anche le proposte presentate da me e dalla collega Bernardini che riguardano il matrimonio tra persone omosessuali. È evidente che questi tentennamenti sono stati spazzati via dalla storia e a questo punto sarebbe bello audire anche il presidente Obama.

Ivan Scalfarotto:

L’Italia deve darsi una mossa e uscire dal Medioevo in cui ci troviamo, con le dichiarazioni di Obama e dopo le elezione di Hollande siamo a due presidenti che in una settimana si sono chiaramente schierati a favore del matrimonio gay. Con entrambi il Partito Democratico ha sempre dimostrato di avere ampia convergenza di vedute e ha sempre assicurato loro un sincero appoggio. E’ arrivato il momento che questa comunanza di programmi e prospettive coinvolga anche l’ambito dei diritti civili.

Fabrizio Marrazzo, Gay Center:

L’esplicito sì del Presidente Usa Barack Obama alle nozze gay non può e non deve lasciare indifferente l’Italia politica. Siamo di fronte ad un pronunciamento rivoluzionario per l’asfittico dibattito italiano che non riesce a uscire da contrapposizioni ideologiche su questo tema. Si tratta di parole che hanno un peso importante e che non possono essere limitate ai soli Stati Uniti.

Aurelio Mancuso, Equality Italia:

Dopo Hollande anche Obama è per il sì al matrimonio gay. Sinistra italiana non avere paura. Le elezioni si affrontano cercando di essere chiari rispetto agli impegni che si vogliono assumere, questa lezione, che tra l’altro non è nuova per le forze democratiche e socialiste del mondo, ha permesso in anni passati di assumere per esempio il governo di molti paesi europei. Non è un caso che Hollande, che ha appena vinto le elezioni, ha coniugato crescita con estensione di tutele e diritti civili, fino al riconoscimento del matrimonio gay e dell’omogenitorialità. Ora anche Obama che sta affrontando la durissima campagna elettorale per la rielezione è sulla stessa lunghezza d’onda. Ecco la lezione che dovrebbe imparare l’area del centro sinistra italiano che invece non ha ancora messo in campo un programma riconoscibile, che sappia intrecciare diritti sociali e civili, crescita con libertà, tutele, sicurezza. In questo momento di oggettiva difficoltà non si può che incitare i leader nostrani a non avere paura, perché la società attende parole comprensibili, nuove idee, un differente modo di proporsi come candidati a governare.

Intanto un sondaggio realizzato da Datamonitor rivela che la popolazione italiana è più avanti del pensiero della classe politica sui diritti gay. Il 53,4% degli intervistati è infatti favorevole ai matrimoni tra coppie dello stesso sesso, il 44,2% si dice contrario e il 2,4% non sa rispondere. Se si parla di adozioni gay i dati sono tutt’altro che positivi: il 77,5% è contrario, 19,8% è favorevole e il 2,7% non sa rispondere.

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