Russia, tra Olimpiadi invernali e caccia ai gay

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Russia, tra Olimpiadi invernali e caccia ai gay Omofobia

Con le Olimpiadi invernali  di Sochi alle porte, la nostra paura è che persi nel commentare giochi di vario tipo ci si possa dimenticare che è proprio in Russia che gli omosessuali vengono perseguitati ogni giorno e che , come in un brutto film recrudescenza di tempi antichi, siano vittima di continui attacchi e pestaggi.

Ogni Nazione partecipante ai giochi ha messo “a punto”, mettiamola così, una più o meno forte strategia sociale per rispondere a questo atteggiamento omofobo. Ma alla vigilia di tutto ci chiediamo se questo possa essere considerato abbastanza. In fin dei conti nessuno ha preso una posizione abbastanza forte in patria e sì, le iniziative ci sono state, ma ci biasimate se vi diciamo che vorremmo qualcosa di più “sostanzioso”? In Russia vi sono più di 400 gruppi anti-omosessuali che contano più di 200mila persone. Sono numeri questi che oltre che schifarci ci preoccupano immensamente. Qui in Italia c’è chi dice ancora, ed è incommentabile, che l’omofobia è un’opinione in realtà.  All’estero la situazione è differente in base all’orientamento politico e personale. Ma in Russia… qualsiasi sia la reazione, non fa altro che fomentare l’omofobia. Non si fa nulla? I gruppi non vengono fermati. Si tenta di avere una minima reazione, anche all’estero? Questo branco di razzisti senza cognizione sociale stringe ancora di più il cerchio sulle persone gay.

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L’Espresso in un suo reportage riporta la dichiarazione di uno degli esponenti omofobi più conosciuti, Andrey Ivanov, di soli 22 anni ma pieni di odio. Ecco cosa dice:

Li annienterei tutti. Quegli inetti e dementi senza coraggio non sono uomini. Quando coi miei amici li vediamo volano ceffoni, li prendiamo a calci e gli sputiamo addosso. Di tanto in tanto gli uriniamo anche in testa, per depurarli dalla loro malattia.

Davanti a tali dichiarazioni diventa difficile rispondere con il solo amore.  E verrebbe voglia di cercare una giustizia diversa. Ma è il pensiero comune della gente che deve essere cambiato e speriamo che questo concetto, tra una gara e l’altra, rimanga in mente a tutti.

Photo Credit | Getty Images