Considerare l’omofobia un disturbo mentale?

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Considerare l’omofobia un disturbo mentale è possibile? Secondo ciò che suggerirebbe uno studio condotto dall’Università dell’Aquila in collaborazione con l’Università di Tor Vergata di Roma, la risposta potrebbe essere positiva. Perlomeno un comportamento malsano a livello psicologico rappresenterebbe un fattore di rischio per la stessa.

Considerare l'omofobia un disturbo mentale? Omofobia

Se ne potrebbe parlare per ore e va detto che l’analisi eseguita dagli scienziati si è basata sull’attuale omofobia delle persone e dallo studio del loro stato di salute psicologica nel rapportarsi agli altri. Fin dal 1972 l’omofobia viene considerata un disturbo del pregiudizio, legato ad un tipo di personalità debole ed insicura. Ma basta questo per “giustificare” tale atteggiamento? No, e nemmeno l’influenza culturale e religiosa. Perché si può nascere nello stesso contesto e nello stesso essere educati e non essere omofobi. E’ più una non accettazione derivante da paura ed ignoranza che, sì, si può legare ai risultati della ricerca italiana, ma che è lontano dallo spiegarla completamente.

Siamo convinti che l’educazione al rispetto del prossimo ed un po’ di ragionamento possano portare le persone che provano sentimenti di contrasto nei confronti delle persone omosessuali ed appartenenti alla comunità LGBTQ a cambiare la propria idea. In questo senso è vero, l’influenza culturale può influire, ma è anche vero che è la persona stessa a decidere come comportarsi e ad essere padrona delle proprie azioni. E nel caso dell’omofobia è esattamente così: vi è la necessità di aprire gli occhi. E se proprio il problema viene influenzato dalle scarse capacità razionali e da debolezza di carattere, si può tentare di correggere professionalmente anche questo problema.

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